Il caso Bridgerton: Netflix contro i siti hot che infrangono i copyright
1 Febbraio 2021Disney Plus: i nuovi titoli che potete trovare nel catalogo (febbraio 2021)
5 Febbraio 2021Chi era Jacques Prévert? L’anticonformista per cui tutto era Poesia!
Intellettuale impegnato e con forte sguardo critico, Jacques Prévert, nato il 4 febbraio del 1900, è attualissimo ancora oggi, con la sua poesia, perché la società ha sempre bisogno di qualcuno che se ne faccia interprete, semplificandone dinamiche e contesti
Il 4 febbraio 1900 nasceva, a Neuilly-sur-Seine, nella regione dell’Île-de-France, Jacques Prévert. Poeta e sceneggiatore, è riuscito a rendere fruibile la sua poesia a tutti, utilizzando un linguaggio semplice ma mettendo al centro temi tutt’altro che banali.
Chi era Jacques Prévert? Le sue poesie in musica
Alcune sue poesie sono state tradotte in musica, come Les Feuilles Mortes (foglie morte) interpretata da Yves Montand.
Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
i giorni felici del nostro amore
Com’era più bella la vita
E com’era più bruciante il sole
Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto
nella più fredda notte che dimentica
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi
Le foglie morte cadono a mucchi
e come loro i ricordi, i rimpianti
Ma il mio fedele e silenzioso amore
sorride ancora, dice grazie alla vita
Ti amavo tanto, eri così bella
Come potrei dimenticarti
Com’era più bella la vita
e com’era più bruciante il sole
Eri la mia più dolce amica…
Ma non ho ormai che rimpianti
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi
Non è raro ascoltare questa canzone sulle frequenze delle radio francesi, ancora oggi. Ma l’influenza di Prévert si sente chiaramente anche in composizioni più orecchiabili come Les amoureux des bancs publics, storico successo di Georges Brassens:
Les amoureux qui se bécotent sur les bancs publics,
Bancs publics, bancs publics.
En se foutant pas mal de regard oblique
Des passants honnêtes.
Les amoureux qui se bécotent sur les bancs publics,
Bancs publics, bancs publics,
En se disant des «Je t’aime» pathétiques,
Ont des p’tites gueules bien sympathiques!
Facile trovare negli “innamorati che tubano sulle panchine” i protagonisti di I ragazzi che si amano che Prévert compose due anni prima, nel 1951:
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.
La poetica di Prévert: il contatto vivo con realtà e le parole chiare
A Prévert si riconosce il merito di essere stato un poeta di successo e di consumo. Prévert ha dato voce all’inquietudine della sua generazione, grazie alla sua grande capacità osservativa. La sua non è una poesia degli orpelli: le parole sono chiare, immediate, facilmente comprensibili; è uno stile che veicola messaggi diversi, dove l’amore – considerato dal poeta l’unica salvezza del mondo – non è l’unico soggetto trattato. La sua poesia a volte si esaurisce in un giro di parole, in una battuta: è un flash di parole, è immediata e diretta.
Prévert racconta la vita quotidiana con ironia, irriverenza, in maniera non propriamente “letteraria”.
Una poesia che si può definire “della strada”, dalla quale mutua intonazione e vocabolario, che si fa voce degli ultimi, dei girovaghi, di chi deve lottare per avere un posto nella società. Suo padre, André, quando lui era ancora un bambino, viene assunto presso l’Ufficio centrale dei poveri di Parigi. Jacques spesso lo accompagna nelle sue visite di lavoro ai poveri della città, e ha modo di conoscere un mondo fatto di miseria e sofferenza, temi che si ritroveranno in alcune sue composizioni.
Prévert è autore teatrale e interprete negli anni Trenta del Novecento
Una poesia sarcastica che ben si presta a testi teatrali, Prévert lavora negli anni Trenta del secolo scorso con la compagnia “Gruppo d’Ottobre”. Le sue opere vengono messe in scena e lui stesso, a volte, partecipa attivamente alla rappresentazione. La sua versatilità e l’immediatezza che lo caratterizzava vennero all’epoca scambiate per superficialità. Prévert, pur divenendo famoso come un cantante, fu guardato a lungo con sospetto dalla cultura ufficiale.
La poesia di Prévert si fa portavoce di una forte critica alla società dei consumi
La critica sociale è ritrovabile, per esempio, in L’insegnamento libero:
Sentendo parlare
d’una società senza classi
il fanciullo sogna
un mondo che marina la scuola
Ed è con benevola indifferenza
che sorride
quando il professore di Viva la Francia
lo informa che è l’ultimo della Classe
E quando lo stesso educatore
gli predica il suo grande Credito-Credo
il ragazzo non comprende un solo predicato
a tutte le omelie melodrammatiche
e non presta alcuna attenzione
a tutta questa Edificazione
E apprende con un sorriso
che oltre che nella Storia di Francia
è l’ultimo degli ultimi
anche al Catechismo della Perseveranza
Dovreste vergognarvi
gli dice il Mortificatore
Perché dovrei vergognarmi
dice il ragazzo
Non mi avete detto voi stesso
or non è molto
Gli ultimi saranno i primi
Allora aspetto.
Prévert riuscì a lanciare una critica alla Chiesa rendendo protagonista la gamba di una sedia, in I misteri di Saint-Philippe du Roule:
Inseguita da un’affittasedie
una gamba di sedia se ne fuggì
per andare a vivere la sua vita
Un fedele distratto va a sedersi
sulla sedia ora a tre gambe
Crolla
Lo rialzano alla fine della Messa
col tronco fratturato
E da esso scivolano via migliaia di monete che rotolano sul pavimento
Un vero scandalo!
Il ruolo della poesia di Prévert oggi e ieri
I temi delle sue poesie, e il modo particolare che aveva di rappresentarle, rendono Prévert attuale finanche oggi, a 121 anni dalla sua nascita. È bene ricordarlo, in un momento storico in cui troppo spesso si dà troppa importanza agli studi e poca al valore (Prévert abbandonò le scuole a quindici anni) e in cui spesso si chiede a un artista intellettualmente attivo (e critico) di “stare al suo posto”. Il posto dell’artista è il posto dell’uomo, e lo spirito di osservazione e di analisi sociale è fondamentale oggi, come lo era per Prévert a suo tempo.
(Daniela Piras)