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16 Novembre 2020“Cime tempestose”: in vendita la casa. Ma cosa la rende così speciale?
Di recente è stata messa in vendita l’iconica casa di “Cime tempestose”: ma cosa rende tutto quel che riguarda Heathcliff e Catherine così interessante?
“Cime tempestose”: in vendita la casa. Ma a quanto?
È in vendita a 1 milione di sterline la casa del 1600 che ispirò a Emily Brontë l’ambientazione per il suo romanzo, “Cime tempestose”, ormai considerato un classico della letteratura inglese amato da milioni di persone.
“Cime tempestose”, dove si trova la casa in vendita?
La casa è nella contea dello Yorkshire, a Stanbury, e si chiama Ponden Hall. L’autrice ha preso a modello le sue stanze per descrivere la Thrushcross Grange in cui si trasferisce Catherine, una volta divenuta signora Linton. Questa casa è a poche miglia da Hawort, paese dove negli anni Venti del 1800 risiede la giovane Emily, che la visita per caso nel 1824, quando cerca rifugio tra le sue mura per scampare a una tempesta. Come in un romanzo, i proprietari la accolgono, e da un gesto cortese nasce un’amicizia. La Brontë vi ritornerà spesso, anche con le sorelle, e imparerà a conoscere bene le stanze di quella splendida residenza. Soprattutto la biblioteca e la camera da letto con la piccola finestra, che renderà immortale nella scena del fantasma di Catherine, che bussa proprio a quel vetro con le sue “piccole dita gelate”.
Tutti, finora, avrebbero potuto godere della vista da quella finestra: la villa, infatti, dal 1998 è un bed&breakfast, e la stanza di Cathy è la più richiesta. Ma se i nuovi proprietari ne faranno una dimora privata, cosa succederà di quella stanza?
“Cime tempestose”: Heathcliff e Catherine
Impossibile parlare di “Cime tempestose” e non ragionare su come certi personaggi letterari siano talmente iconici e radicati nel nostro immaginario da poter vantare una vita propria al di fuori del libro di cui sono protagonisti, fino al punto di diventare ispirazione per altre forme d’arte. Questo aspetto mi ha sempre incuriosita e, nel mio tempo libero, mi capita spesso di spulciare la rete cercando prove di questa vita parallela degli eroi letterari. Mi piace l’idea di rendervi partecipi delle mie scoperte, perché credo che dalle commistioni tra diverse forme di comunicazione oggi possa nascere l’arte più originale.
Tutti conosciamo l’amore tra Catherine Earnshaw e l’orfano Heatcliff, consumato nel vento della brughiera. D’altro canto “Cime tempestose” è un classico tra i più letti ancora oggi. Inoltre, per chi non avesse ancora affrontato il libro di Emily Brontë, le riduzioni cinematografiche del romanzo hanno fatto bella mostra di sé in giro per i festival di tutto il mondo.
Ricordo, però, la meraviglia di adolescente che mi pervase quando un ritornello alla radio mi urlò nelle orecchie: “Heathcliff, it’s me, your Cathy, I’ve come home / I’m so cold, let me in your window”.
«Heathcliff? Il mio Heathcliff?!» ero basita. E innamorata alla follia di quell’amante ossessionato dalla sua passione e dalla sua vendetta. Dovevo saperne di più, ma non esisteva Shazam, neppure internet, a essere onesta. Con i mezzi a mia disposizione iniziai a cercare informazioni: ovvero chiesi a chiunque avesse un minimo di cultura musicale e letteraria se fosse a conoscenza di una canzone che parlava di “Cime tempestose”. Nessuno seppe rispondermi, finché un giorno posi il quesito giusto alla persona giusta. Ero in un negozio di dischi e domandai al gestore: «Ha mai sentito parlare di un brano ispirato a “Wuthering Heights”, il libro della Bronte?». Quello guardò la ragazza che ero con un misto di divertimento e consapevolezza della propria superiore cultura, prima di cercare e passarmi un LP con scritto a caratteri cubitali proprio “Wuthering Heights”.
Era il disco di Kate Bush. Io ero felice.
Quel disco non esiste più, purtroppo, ma le emozioni che, giro dopo giro, ho provato nel rivivere le invocazioni disperate di una Cathy morente, il freddo e gli incubi che la pervadevano, la sua voglia di tornare a casa tra le braccia di colui che amava e insieme odiava non le scorderò mai. Non dimenticherò mai neppure quel tormento acido che brucia l’anima, reso in maniera magistrale dalla chitarra di Ian Bairnson degli Alan Parsons Project, che dà voce a un Heathcliff altrimenti incapace di parlare. La voce di fata della Bush e la forza del riff elettrico, uniti al mio amore per quel libro e i suoi personaggi estremi, hanno arricchito la mia percezione circa la caratterizzazione di quei personaggi che già mi avevano marchiato in modo indelebile.
La mia ricerca dei diversi piani di esistenza dei miei eroi o delle mie nemesi letterarie nasce da qui, da un acuto uscito da una radio oltre trent’anni fa.
(Monia Rota)
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