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Opportunità, info e “tranelli” dell’Editoria a Pagamento (EAP)
Moltissimi italiani hanno scoperto, soprattutto negli ultimi anni, il grande piacere della scrittura. Che siano lettori accaniti o solo cacciatori di sogni, per tanti scrivere un libro diventa quasi una missione: spesso un semplice vanto, ma il più delle volte qualcosa che ci si sente davvero dentro e che aiuta a esorcizzare tutti i conti che la vita ci presenta. Così dolore, gioia, aspettativa, ansia, felicità, il bisogno inconscio di costruire qualcosa diventano necessità di buttare emozioni su carta e vedere nascere la storia partorita dalla nostra mente.
“Vanity press”: Perché nasce l’Editoria a pagamento?
Dati del 2019 ci dicono che, in Italia, la totalità di chi si interessa alla letteratura è composta dal 68% di scrittori contro il 46% di lettori. Il grande divario forse nasce dalla necessità di esprimere le proprie sensazioni scrivendo, ma di certo dimostra che le persone che si divertono con la penna in mano sono molte più di coloro che di quelle stesse sensazioni leggono. Questo fenomeno, già in verità molto diffuso durante gli anni precedenti, ha incrementato l’apertura di piccole case editrici che, accanto alle celeberrime insegne secolari, si sono diffuse a macchia d’olio per tutto lo Stivale.
La grande e media editoria è stata quindi affiancata da quella più piccola. Tuttavia, accanto a queste diverse realtà di tutte le dimensioni che hanno trovato così largo spazio nel nostro territorio, ha incrementato la sua attività anche la cosiddetta Vanity Press, ovvero letteralmente “l’editoria della vanità”, più nota come Editoria A Pagamento. Da cui l’acronimo EAP.

Sono tantissime le case editrici a pagamento che tutt’oggi esistono e pubblicano romanzi e sogni, a seguito di una spesa in denaro degli autori, spesso elevata.
L’ Editoria a Pagamento è un fenomeno moderno?
A differenza di quanto si possa pensare, l’editoria a pagamento non è nata in tempi recenti, dal momento che se ne parla dall’Ottocento, sebbene in altre forme e con altre mobilità. Ha però preso vita con maggior incidenza tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, attirando molti autori nella sua rete. Negli ultimi anni, infine, si è moltiplicata diventando una realtà spesso ingombrante e difficile a morire.
Editoria a pagamento ed editoria free: quali sono le differenze?
Quali sono le differenze tra la vanity press e l’editoria free? La seconda si assume i rischi d’impresa pubblicando autori e opere con mezzi propri, la prima annulla il rischio d’impresa con il compenso che l’autore stesso versa all’editore, il quale in cambio pubblica il suo romanzo. Un’editoria dei balocchi e delle finte promesse, quindi, tenuta spesso a galla dalle menzogne e fiera dei suoi metodi alternativi che arricchiscono soltanto la casa editrice a pagamento.
Come avviene la pubblicazione di un libro in un sistema di Editoria a Pagamento?
Nessun rischio di perdite e, com’è ovvio, nessuna selezione. Nell’editoria a pagamento non sono i libri migliori e le menti più brillanti a essere premiati: entrano in campo solo la vanità dello scrittore e l’ingordigia dell’editore-stampatore che, intascando un compenso certo e anticipato, punta non sul talento e sull’eccellenza ma solo sul numero. Lo scrittore, di contro, si può vantare di aver pubblicato il proprio romanzo e di aver realizzato il suo sogno, spesso fingendo di ignorare che sta pagando di tasca propria un editore che ha già guadagnato il suo profitto, ancora prima di iniziare a lavorare sul sogno altrui.
Sedotti dalla promessa di una pubblicazione facile e da raggiri psicologici, gli scrittori che aspirano a vedere edita la propria opera cadono nella rete di questi sedicenti editori che, nella maggior parte dei casi, si fanno pagare anche per qualsiasi servizio aggiuntivo e chiedono cifre davvero esose: crescono gli zeri per la pubblicazione cartacea, per i servizi di editing e di correzione delle bozze. Talvolta, da preventivo è perfino obbligatorio l’acquisto di un certo numero di copie da parte dell’autore stesso. Sono tutte voci che, oltre a far fronte alle spese di stampa, incrementano il puro e semplice guadagno della casa editrice stessa.
Editoria a pagamento: ecco su cosa si basa
È così che l’editore tradizionale viene quasi adombrato da una realtà distorta mentre la vanity press, una sorta quindi di tipografia mascherata da mecenate, gioca scaltramente con i sogni di un autore a cui forse è stata preclusa la possibilità di pubblicare con case editrici. Ad esempio, la mancanza di selezione permette una sorta di pesca a strascico che include tutti quelli che si lasciano convincere da furbi elogi inviati nemmeno una settimana dopo il primo invio: una casa editrice seria ha tempi di valutazione lunghi mesi. Altro esempio possono essere libri rifiutati da altri editori, ancora in cerca di casa: il più delle volte, autori inesperti cadono nella trappola ben rodata e pensano che sia questa la sola forma editoriale per poter vedere su carta i propri sogni.

Editori con il “Vanity press”? Sfruttare l’Editoria a Pagamento è come realizzare un sogno a metà
L’editoria a pagamento risulta quindi essere una falsa editoria, venditrice di dubbie speranze e finte emozioni, che illude attraverso un contratto di edizione bugiardo, atto a circuire scrittori ingenui per avverare il loro sogno a metà. A metà perché spesso gli editori pagati, oltre a nascondere questo loro esiguo servizio di tipografia, non si prendono neppure cura del testo. Anzi, nemmeno lo leggono, immettendo sul mercato un prodotto scadente che non giova per nulla alla giovane attività dell’autore esordiente. Tanti sogni non equivalgono mai a tanti soldi, in definitiva.
L’editoria a pagamento è tuttora un male radicato nel nostro panorama editoriale, una piaga che non si cura di talento e merito, ma adombra i veri editori e sfrutta inesperienza e speranze degli autori che vorrebbero essere letti da più persone possibili.

Proprio per questo motivo bisogna fare attenzione e non cedere alle sue false promesse, alle lusinghe e a tutto ciò che offre, perché i sogni non vanno mai comprati e il talento non si può quantificare in denaro.
Ciò che uno scrittore, quindi, non deve fare è cedere alla vanità a ogni costo. Mai scoraggiarsi dopo un rifiuto dell’editoria tradizionale, che per mille ragioni non può in un dato momento investire davvero su un esordiente; giusto invece che egli continui a scrivere e revisionare per migliorarsi, per poi trovare una vera casa editrice che lo porti a volare.
Tutto il resto è compravendita di sogni e di speranze. Da tutto il resto si deve solo fuggire.
Deborah Fasola