Settantunesimo Festival di Sanremo: dal 2 al 6 marzo all’Ariston, un’edizione insolita condotta da Amadeus
18 Febbraio 2021Happy birthday Mr. Apple!
24 Febbraio 2021Editoria: la seduzione del successo facile e i suoi sette apostoli
Sbucano fra le inserzioni sponsorizzate di ogni social network e promettono vendite, denaro, successo con la pubblicazione dei libri. Ma invece di realizzare sogni, spesso li infrangono
Qualche giorno fa Seth Godin, il più noto ambasciatore del marketing, rispettato studioso della materia, esperto con un blog a tema da 1 milione di follower e autore di moltissimi libri sull’argomento, in un’intervista al Sole 24 Ore ha affermato quanto segue:
“Il futuro degli influencer appartiene già al passato. Perché nella maggior parte dei casi coloro che vengono definiti influencer non lo sono affatto. Piuttosto sono hacker egoriferiti legati alle pubbliche relazioni, e per giunta spesso scarsamente remunerati. D’altronde raccontarsi sui social media è una corsa che non porta alcun vantaggio, perché nel lungo periodo non genera né attenzione e né fiducia. Nella stragrande maggioranza dei casi i social sono una trappola. Certamente ci forniscono un microfono, ma sta poi soltanto a noi decidere come utilizzarlo al meglio.”
Seth Godin
Ammesso e non concesso che questa caduta degli influencer dall’empireo del marketing stia davvero per accadere, non sarebbe male che ad essa se ne accompagnasse un’altra: quella degli apostoli del successo.
In editoria: chi sono gli apostoli del successo?
Sarà capitato a tutti di incontrarli, o almeno a tutti coloro che si interessano di scrittura (e, di riflesso, di promozione e marketing del libro): i social ne sono pieni. Guai se poi si commette l’errore di cliccare su una delle loro inserzioni; gli algoritmi dei social stessi e dei motori di ricerca ne tengono conto, li considerano argomenti che all’utente interessano e ne propongono di nuovi a ogni accesso.
Costoro usano il loro microfono, ma difficilmente lo usano al meglio. Di solito propongono libri, servizi editoriali, webinar o videocorsi, tutti con lo scopo di condurre l’acquirente NON a migliorare nella sua attività, a perfezionare le sue competenze o a realizzare un prodotto di qualità, bensì a raggiungere il “successo” in un campo di sua scelta, spesso passando dalla pubblicazione di un libro. Pubblicazione che, a loro avviso, non sempre vuol dire stesura, visto che ci sono anche i libri chiavi in mano, te li scrivono loro, tu mica devi toccare una penna (o una tastiera). Le copertine dei loro prodotti, quelli che appunto dovrebbero condurti a diventare cool e profittevole, sono simili: titoli a caratteri grandi, giusto una o due fasce colorate in orizzontale o per traverso, insomma quell’aria autorevole che fa un po’ UTET, un po’ Longman Dictionary. Gli slogan che accompagnano le inserzioni sono piene di pay-off altisonanti, come:
- Il videocorso che ha cambiato la vita a mille manager!
- Il libro che ti renderà un’autorità nel tuo settore!
- Lo strumento per rendere il tuo romanzo un best-seller!
Spesso, distribuite qua e là, un po’ nelle inserzioni, un po’ nelle landing page dei loro siti internet, troviamo definizioni come “il webinar di scrittura DEFINITIVO”, “il libro per la conoscenza ASSOLUTA del marketing”, “l’ULTIMATE video per avere successo online”, “il corso che ti renderà un autore DA 10.000 COPIE”. A volte, addirittura, il prodotto che si presume avere tutte queste qualità è un ebook… gratuito. Con un lancio come: “questo ebook gratuito ti fornirà la competenza assoluta per il mind-setting dell’imprenditore di successo!” Come dire il Bignami del self-made-man, e Seth Godin vatti a nascondere.
La tentazione del successo facile
Pensiamo a un aspirante autore o a uno scrittore esordiente. Uno che, per migliorarsi e acquisire professionalità, abbia pensato di… che so: passare ore a esercitarsi, partecipare a concorsi, mettersi alla prova su forum di scrittura, frequentare workshop con insegnanti qualificati, seguire fiere ed eventi di settore, studiare gli scrittori già affermati. Dovrebbe seguire strade del genere, giusto?
Ma quando mai!
Perché dovrebbe, quando, invece di sprecare tempo e fatica, può tranquillamente rivolgersi a un apostolo del successo. Paga una bella cifra una volta per tutte (o niente, se ha la fortuna di accaparrarsi uno di questi fantastici ebook gratuiti che contengono il know-how DEFINITIVO-ASSOLUTO-INDISPENSABILE), dopodiché è a posto senza più colpo ferire.
Poi invece scopre che il suo libro non diventa un best-seller, che lui non si trasforma nella ULTIMATE authority del suo settore, che nel frattempo il suo conto in banca è calato e che per ottenere dei risultati forse è meglio tornare al buon vecchio sistema di investire in tempo e fatica.
Come identificare i falsi profeti?
Per smascherare i guru della scrittura, del marketing, della promozione, di qualunque cosa purché legata all’imprescindibile quanto seducente parola SUCCESSO, non servirebbe tanto. Già i toni altisonanti dovrebbero emanare una discreta puzza di bruciato, inoltre spesso e volentieri i canali social di costoro sono pieni di follower, però in compenso hanno tassi di engagement vicini allo zero: ma come, hai settordicimila persone che ti seguono e poi in fondo ai tuoi post ci sono quattro like quando va bene?
Eppure la seduzione del successo è forte: non sempre si ha voglia di verificare tutto ciò che si dovrebbe e non sempre ci si sente all’altezza dei propri sogni, finendo quindi per voler sperimentare la scorciatoia, una speranza in più, una possibilità in più. È umano. Anche se per ottenere quel videocorso, quel libro, quel misterioso strumento magico, potresti dover spendere un mezzo patrimonio.
“Le persone, nella maggior parte dei casi, si innamorano di quello che le fa sentire bene al posto di innamorarsi di quello che è giusto.”
Carl Sagan
Ma togliamoci il gusto di conoscerli meglio, questi loschi figuri, gli aspiranti influencer del successo. Li abbiamo divisi in sette categorie principali, non è detto che siano esaustive ma sono quelle che più ci hanno colpito.
I sette apostoli del successo facile
- I coach dell’autostima. Lavorano sulla tua mindfulness, ti mostrano vie che fino a ieri neanche immaginavi, trasformano la tua mente, la tua coscienza, la tua anima (occasionalmente con l’aiuto di pseudoscienze dai nomi roboanti) e ti fanno evolvere in un leader magnetico, intraprendente, spregiudicato. Insomma praticamente diventi un misto fra Osho e Trump.
- I visionari della promozione. Ti mostrano orizzonti inesplorati dove arrivare con il tuo libro, atolli sperduti (ma affollatissimi) nel mare dei social dove solo tu potrai approdare grazie alla loro consulenza, strategie da salto nell’iperspazio per arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima. Enterprise pronta al decollo, si prega di affrettarsi.
- I geni del marketing. Si vantano di saper vendere frigoriferi agli eschimesi e arance rosse ai siciliani, e si auto-definiscono coloro che hanno fatto fatturare il 33,3 periodico per cento in più ad aziende superfamose, o che grazie ai loro metodi hanno venduto 10.000 copie del loro libro self-published. Poi vai a controllare gli store online, e di quel libro non vi è traccia.
- I creatori di miracoli. Sono quelli che “pubblica un libro senza scriverlo!”. In sostanza degli assemblatori di kit prefabbricati: un protagonista, un antagonista, un mentore, due regole sulla magia prese da Advanced Dungeon & Dragons, una cornice da storia d’amore a scelta fra nemici/amici, segretaria/capufficio e barista/cliente, rimescola il mazzo, scegli, volta la carta e finisce in gloria, uè! Tanto vale andare da Ikea.
- Gli stregoni del tempo. Sembrano usciti da un romanzo high fantasy, stringono fra le mani bastoni nodosi e Palantìri luminescenti. Biascicano incantesimi per farti scrivere 10.000 parole in un’ora, un’esalogia paranormal-distopica in un mese, l’intera programmazione annuale di Topolino durante le vacanze di Pasqua. Ti dicono che sarai Bip Bip, invece finirai come Wile Coyote.
- Gli scrittori di best-seller. Perché i libri loro li scrivono a un livello da Pulitzer, perché loro hanno uno staff preparatissimo e specializzatissimo e professionalissimo, perché un ghostwriting come il loro non te lo fa nemmeno il Padreterno. Al quale si presume abbiano chiesto un permesso speciale per annoverare nello staff Grazia Deledda, Italo Calvino e Leonardo Sciascia tutti insieme.
- I cacciatori di clienti. Quelli secondo cui, posto che tu faccia un determinato mestiere non importa quale, dal netturbino al bibliotecario, dal commercialista al giardiniere, se fai vedere ai tuoi clienti di avere scritto un libro, a quelli sembra di aver visto l’Arcangelo Gabriele completo di spada fiammeggiante, e si metteranno in fila per ingaggiarti a tariffa decuplicata. Poi, il giorno che ci provi davvero a chiedere la tariffa decuplicata, vedi cosa ci fanno con quella spada.
C’è una conclusione?
L’unica possibile: l’appello, agli aspiranti scrittori, di non cadere in questi tranelli. Se è troppo bello per essere vero, cento a uno che non è vero. Se costa pochissimo per quello che dà, mille a uno che dà veramente poco.
Quanto agli appartenenti alle sette categorie, che dire? Per soddisfare le velleità da piazzisti del secolo, da top seller, da venditori spaziali, ci sono gli aspirapolveri. Ci sono le batterie di pentole. Ci sono i contratti per le utenze. Ci sono le valigette rosse dei sex-toy.
Almeno i libri, potevate lasciarli fuori.
1 Comment
[…] Ma esistono anche manuali di tecniche di scrittura e corsi online seri, basta avere la capacità di riconoscerli; probabilmente, chi ha dimestichezza con l’arte narrativa sarà già in grado – di default – di scindere con un rapido sguardo chi offre un corso rigoroso da chi vuole solo speculare su ambizioni di pseudo scrittori, perfetti per la vanity press. […]