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Le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno: Oooooh!
Sulla strada, 1957.
Una vita all’insegna della sregolatezza e della ribellione, quella di Jack Kerouac. Nato a Lowell, nel Massachusetts, da una famiglia franco canadese di origine bretone, scrive il suo primo racconto a undici anni. Ragazzino ricco di fantasia e voglia di inventare e annotare storie, scrive di ciò che non può conoscere con esattezza – vista la giovane età – su argomenti come le corse di cavalli o i campionati di baseball americano. L’alcol, la droga, il sogno di rincorrere l’essenza della vita, lontano dai percorsi cittadini pretracciati e scanditi da titoli di studio ed esperienze comuni. Sulle tracce dei grandi scrittori da lui amati, come J. Conrad, J. London, E. Hemingway, Kerouac sceglie di seguire il modello di vita di quella che venne battezzata beat generation, incentrata sul nomadismo, il rifiuto dell’opulenza americana, la ricerca d’estensioni visionarie.
Restammo sdraiati sulla schiena a guardare il soffitto e a chiederci cosa avesse avuto in mente Dio quando aveva fatto la vita così triste
Sulla strada, 1957
Il romanzo manifesto dei giovani americani ribelli
Il racconto di queste esperienze si ritrova nel suo romanzo più celebre, Sulla strada, che divenne il manifesto di un’intera generazione: innovativo per lo stile scelto – una prosa “spontanea” – sul modello dell’improvvisazione del jazz, e per gli affascinanti legami con il mito del viaggio americano. Il romanzo segue le vicende dei due protagonisti, Dean e Sal: i due si mettono in viaggio, spinti dalla voglia di vita e di fare esperienze, all’insegna del beat: del ritmo, del battito, del “suono” della vita.
Le tappe di questo viaggio, così come gli incontri, le rivelazioni, vengono riportati in maniera autentica; la ricerca della voce letteraria più consona è, insieme, la ricerca di se stessi, accompagnata dall’ansia che porta ad andare senza fine, cercando di combattere i fantasmi della noia e della morte.
Il consolidamento del successo e la ricerca dell’isolamento
Kerouac passò dai riflettori della fama acquisita alla scelta della solitudine. Il successo venne confermato dai successivi libri I sotterranei (1958), termine coniato da Allen Ginsberg per indicare il popolo hippie della città: si tratta di una cronaca in poesia della vita degli esponenti del movimento beat a San Francisco. Un altro romanzo venne pubblicato nel 1958, dal titolo I vagabondi del Dharma: qui Jack Kerouac racconta le avventure dei suoi discepoli e confratelli beatnik impegnati nella ricercaconfusionaria, di una nuova verità, identificata con l’insegnamento buddhista. Trovano spazio storie di meditazioni notturne, riti sessuali, critiche al consumismo, il tutto condito dall’alcol. ,
Vagabondi del Dharma che si rifiutano di cedere all’imperativo generale che li porta a consumare e dunque a lavorare per il privilegio di consumare tutte quelle schifezze che nemmeno volevano davvero.
Vagabondi del Dharma, 1958
Pochi anni più tardi, nel 1961, lo scrittore statunitense decide di isolarsi da tutti e si rifugia in una capanna non lontana dalla costa della California, dove compone uno dei suoi libri più intensi, guidato da un potente senso musicale della lingua: Big Sur(1962): un viaggio dentro la natura e l’uomo. In questo romanzo emerge la ricerca poetica, specie nel lungo poema Mare, nel quale lo scrittore cerca di tradurre in parole il suono delle onde. Per scriverlo, Kerouac passò molte notti sulla scogliera di Big Sur, ascoltando il rumore dell’oceano. La serenità non arriva di pari passo con il successo letterario; Kerouac è un personaggio inquieto, timido, devastato da impulsi autodistruttivi. La ricerca di uno scopo, di un valore profondo al di là del viaggio stesso, si confonde nell’acquiescenza momentanea dovuta agli effetti di droghe e alcolici. Lo scrittore si fonde con i suoi personaggi, la sua immagine pubblica appare la stessa.
La dissoluzione del corpo e il riconoscimento letterario
Kerouac è oggi conosciuto – e considerato quasi un idolo – dai giovani di tutto il mondo, rappresentando uno degli autori più importanti dell’intero Novecento. Impersonificando appieno i protagonisti dei suoi libri, la contestazione alla mediocrità della società portò lo scrittore a rifugiarsi spesso – troppo spesso – nell’alcol. Il ricorso sistematico allo stordimento alcolico ne segnò la vita e ne causò la morte, avvenuta a soli 47 anni.
Solo recentemente – a partire dagli anni Novanta del Novecento – i suoi scritti sono stati oggetto di serio interesse da parte della critica: per anni considerati componimenti creati con eccessiva velocità, oggi rivelano un livello straordinario.
Daniela Piras
il futuro dell’editoria: un sistema in cui ciascuno partecipa alla creazione di un prodotto di nuova generazione.