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La diatriba si spegne e si riaccende a fasi alterne, i lettori forti si dividono tra irriducibili dei volumi cartacei e amanti dei libri digitali. Con quali motivi? L’avvento dell’editoria elettronica era stata salutata, inizialmente, con perplessità e timidezza: sarà davvero la stessa cosa? La lettura darà la stessa soddisfazione? Non sarà un’idea bislacca, adatta solo ai patiti dell’informatica? Poi i libri digitali hanno iniziato a diffondersi, conquistando una fetta del mercato librario e diventando così un fenomeno su cui, più che esprimere dubbi, i lettori hanno iniziato a prendere posizione.
Quali sono le ragioni principali per prediligere i libri digitali?
Per molte persone, si tratta anzitutto di una questione di comodità, riconducibile a una specifica caratteristica degli e-reader: occupano poco posto. Per un lettore forte, si tratta di un grande un pregio. È vero che l’autentico bibliofilo riesce a scovare ritagli di spazio inutilizzati in ogni angolo di casa, progettando periodicamente riorganizzazioni e incastri degni di una partita a Tetris; tuttavia, finché l’impossibilità della compenetrazione dei corpi rimarrà un inoppugnabile principio della fisica, anche il packaging più estremo arriverà sempre al suo limite. I libri digitali forse toglieranno il gusto della libreria strapiena che permette con un colpo d’occhio di abbracciare tutti i propri “amici di carta”. Ma tolgono anche un bel problema.
E non si tratta solo di gestire i libri a casa. Per esempio, si adattano molto bene alla lettura digitale i volumi più corposi. Come certi fantasy o certi thriller che contano ottocento-mille pagine a volume, e contano talvolta più volumi. Chi per esempio è pendolare e desiderasse dedicarsi alla lettura nei tempi morti sui mezzi pubblici, per leggere Il Signore degli Anelli oppure La verità sul caso Harry Quebert dovrebbe portarsi dietro un chiletto buono di carta: ingombrante dentro la borsa o lo zainetto, per nulla maneggevole da sfogliare, impossibile da tenere con una mano sola stando. Per esempio – in piedi in metropolitana, pesante da portare in giro nei tragitti a piedi. Considerato che, in un e-reader, di tomi voluminosi ce ne stanno a decine. Ci si può portare dietro come nulla fosse una biblioteca intera. E perfino cambiare il libro in lettura, se quello che avevamo iniziato non ci convince più.
Piccoli segreti e momenti di riposo
Il digitale aiuta, per così dire, anche quei libri che non si vuole ammettere di leggere. Il che spesso e volentieri significa romanzi erotici – un genere tanto bistrattato quanto dotato di un pubblico fedelissimo, che consuma un titolo dietro l’altro. L’ereader non mostra la copertina del libro all’esterno. E’ un supporto dall’aspetto neutro che può contenere tutto e il contrario di tutto: lo si può tirar fuori in treno, in spiaggia, al parco senza che nessuno, con una semplice sbirciata alla copertina, possa sapere cosa stiamo leggendo.
E parlando di aiuto nella lettura, è giusto anche menzionare le persone ipovedenti, che invece di indossare occhiali sempre più graduati o strizzare gli occhi e allontanare o avvicinare il libro alla ricerca della distanza più opportuna, con i libri digitali possono ingrandire quanto vogliono i caratteri sullo schermo e concedere riposo agli occhi.
Il tocco etico ed ecologico
In tempi di catastrofe climatica e inquinamento diffuso, nella scelta fra digitale e cartaceo è giusto considerare anche l’impatto sul pianeta. Molto banalmente: i libri digitali non comportano l’abbattimento di alberi per produrre la carta. Non comportano copie in esubero, né resi dalle librerie, né camionate di volumi mandati al macero. E quest’ultimo dettaglio, uscendo dall’ambito dell’ecologia, significa anche ridurre l’incidenza di una distribuzione che da anni ormai condiziona in modo drammatico l’intera filiera editoriale, causando sprechi e spese che avvantaggiano proprio (e solo) il distributore.
Serve, per qualche ragione specifica, la copia cartacea? Si passa al print-on-demand. Viene richiesta una copia, si stampa una copia. C’è una certa differenza, con le tante risme di enormi fogli di carta che transitano dalle tipografie e che in buona parte diventeranno – quando va bene – carta riciclata.
Uno sguardo al portafogli
Ultimo per ordine ma non per importanza, l’aspetto economico: i libri digitali costano meno di quelli cartacei. La differenza non è particolarmente accentuata nel caso di quelli pubblicati dalle case editrici, specie quelle italiane che hanno sempre adottato una politica dei prezzi alti proprio per scoraggiare la lettura elettronica (a quanto si dice, per timore della pirateria), ma qualche euro si rosicchia anche a loro. Se poi entriamo nel campo dei piccoli editori o degli autori self-published, allora la convenienza del digitale dal punto di vista economico è assoluta. Fatto il primo, iniziale investimento per l’e-reader (e al giorno d’oggi ce ne sono di accessibilissimi), il resto è tutta discesa.
Oltretutto, nel caso dei libri digitali non ci si limita a risparmiare sull’acquisto: esiste il prestito bibliotecario, esistono i programmi di abbonamento, esiste la nostra piattaforma Other Souls i cui algoritmi di ricerca aiutano a individuare il libro più adatto a ciascun lettore, e attorno a cui si crea una community con cui condividere la propria passione per la lettura.
E sapete cosa si può fare con il denaro risparmiato? Beh, sì, ovviamente comprare altri libri, questo era scontato. Solo che, fra quei libri, magari ce n’è uno di cui ci si può finalmente permettere di acquistare proprio quell’edizione cartacea, particolarmente prestigiosa e raffinata, su cui avevamo messo gli occhi da tempo. Lasciando così che il libro continui a essere fatto di carta quando veramente ne vale la pena, quando dà origine a oggetti pregevoli sotto il punto di vista cartotecnico se non addirittura artistico e ci restituisce la soddisfazione tattile di cui a volte, ed è legittimo, possiamo sentire la mancanza.
Valentina Semprini
4 Comments
[…] Questi articolo vogliono far scoprire il mondo dell’editoria, a partire dai mestieri e dalle evoluzioni del settore. Se sei rimasto colpito da questa intervista, puoi continuare ad aggiornarti di editoria in questa rubrica, hai già letto l’articolo sui Libri digitali? […]
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[…] In passato si è creduto, erroneamente, che sostituire l’abete vero con uno finto fosse la soluzione ideale per mettere d’accordo lo spirito delle feste e la propria coscienza green. […]
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