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In un anno dove viaggiare è un’utopia, percorriamo il pianeta alla scoperta delle
più celebri e pittoresche tradizioni di Carnevale
Il Carnevale, pur nato come celebrazione religiosa, ha perso molta della sua valenza spirituale per diventare una festa tra le più importanti dell’anno. Maschere, danze, carri allegorici e sfilate in costume animano le strade delle città.
In Italia abbiamo le celeberrime tradizioni di Venezia, Viareggio e Ivrea, ma all’estero?
Il Carnevale in Europa
Paese ricco di feste è la Spagna. A Sitges, cittadina pittoresca accanto a Barcellona, si celebra un Carnevale tra i più antichi e famosi: per una settimana il paese si trasforma in un’enorme festa all’aperto, ricca di parate e di travestimenti audaci, sotto il dominio del Re Carnevale che rovescia il governo locale e sovverte le regole, fino al Mercoledì delle Ceneri, quando viene bruciato sul rogo e sepolto. Sempre vicino a Barcellona c’è Torelló, dove si folleggia in una maniera molto originale. Nel giorno di Senyoretes e homenots (Donne e uomini), gli abitanti si scambiano i ruoli di genere e i maschi sfilano in abiti femminili.
A Cadice, i locali non solo si travestono, ma intonano a gran voce canzoni satiriche. Li si possono ascoltare al grande concorso apposito o ovunque per le strade. Mentre nelle Asturie, ad Aviles soprattutto, c’è il particolare Antroxu, un festival dove il Jueves de Comadres (‘Giovedi delle Amiche’) vede le donne scendere in piazza per fare festa fino alle ore piccole. Grandi cannoni sparano schiuma e trasformano la città in un fiume bianco su cui galleggiano sgargianti vele colorate.
Non sono da meno le isole iberiche: a Santa Cruz de Tenerife, la capitale della più grande delle Isole Canarie, il Carnevale è la festa più importante dell’anno e in molti lo considerano il più imponente dopo quello di Rio de Janeiro. Ogni anno più di mezzo milione di persone festeggiano per quasi un mese con sfilate, balli, concerti, fuochi d’artificio e le spettacolari murgas, comparsas e rondallas, divertenti esibizioni da strada che coinvolgono decine di gruppi folkloristici con musicisti, ballerini, attori e comparse. I festeggiamenti arrivano al clou con il corteo del Martedì Grasso, il Coso, e terminano con la proclamazione della Regina del Carnevale e il mitico falò dell’ultimo party sulla spiaggia. L’indomani, primo giorno di Quaresima, c’è la Sepoltura della Sardina, rito che chiude ufficialmente le celebrazioni.
Non da meno rispetto a Tenerife, anche a Las Palmas de Gran Canaria si avvicendano ricche attrazioni, come l’elezione della Drag Queen del Carnevale, mentre si balla al ritmo di batucada.
Il Notting Hill Carnival ci sposta, invece, di Paese e di stagione. Verso la fine degli anni Sessanta, gli immigrati caraibici, discendenti dagli schiavi a cui era stato proibito di celebrare il Carnevale, sognavano una festa che unisse tutte le etnie di Notting Hill e celebrasse chi, ogni giorno, doveva affrontare il razzismo, la mancanza di lavoro e le pessime condizioni di vita. Bande musicali, maschere e danzatori scesero per la prima volta in strada nel 1964, con grande successo. Da allora, nell’ultima domenica di agosto, si celebra la più grande festa di strada di tutta Londra: circa un milione di persone si diverte al ritmo di samba e mangia cibo della tradizione caraibica.
In Francia c’è Nizza a tenere alto lo stendardo della festa. Lì, il Carnevale prevede due settimane di sfilate di carri allegorici, migliaia di ballerini e musicisti da tutto il mondo, la Festa della Birra al Palais des Expositions e, soprattutto, la Bataille de Fleurs, la famosa parata durante la quale migliaia di coloratissimi fiori vengono lanciati sulla folla. Il Martedì grasso si tiene l’ultima imponente sfilata di maschere e carri e, a tarda notte, il Re Carnevale è messo al rogo, mentre lo spettacolo pirotecnico e il veglione all’Hotel Plaza concludono la celebrazione nizzarda.
In Germania, particolarmente caratteristico è il Carnevale di Colonia: definito la ‘quinta stagione dell’anno’, inizia sempre l’11 novembre alle ore 11 e 11 minuti esatti, con la nomina del Principe, del Fante e della Vergine, i tre personaggi principali delle feste che attenderanno però il Giovedì grasso per scendere tra il pubblico a dare il via alle feste. C’è una giornata interamente dedicata alle donne, che prendono il comando della città e possono permettersi ogni libertà (come rito tipico, catturano i loro compagni e tagliano loro la cravatta) ma il picco si raggiunge nel Lunedì delle Rose, o Lunedì Grasso, con la festosa marcia dei carri allegorici, accompagnati da carri più piccoli, pieni di maschere che lanciano alla folla scatole di cioccolato e dolci tipici.
A giugno, invece, a Berlino si celebra il Carnevale delle Culture, l’evento che manifesta lo spirito multietnico della capitale. Aperto a chiunque e a ogni espressione culturale, è una vera valorizzazione della differenziazione: ciò significa arte, musica, cibo e colore per quattro giorni, fino alla grande parata della domenica di Pentecoste.
A Basilea, in Svizzera, si celebrano, una settimana dopo le feste in giro per il mondo, ‘i tre giorni più belli dell’anno’, il Basler Fasnacht, un gran Carnevale che nel 2017 è entrato nella categoria di Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco. Enormi lanterne dipinte a mano illuminano la sfilata notturna e trasformano le strade in un mare colorato, dove risuonano flauti e percussioni.
Stesso riconoscimento è stato assegnato al Carnevale di Binche, in Belgio. Ogni anno, i Gilles, uomini mascherati, vanno in giro creando caos e scuotendo bastoni per spaventare gli spiriti cattivi.
In Danimarca, a Dragor, vicino a Copenaghen, durante il Carnevale si tiene una gara per eleggere il Re dei gatti. Giovani a cavallo e in costume cercano di colpire con una mazza una botticella tra due pali: un tempo là dentro c’era un gatto (da cui il nome), ma oggi sono solo dolci e premi a piombare sul cavaliere che per primo riesce a romperla con un solo colpo di mazza.
In Grecia, prestigioso è il festival di Pratasso. Tre settimane di sfilate floreali, sontuosi balli in maschera e battaglie della cioccolata: alcune ragazze, da cocchi decorati, gettano sul pubblico petali e dolci. La maschera principale è il domino nero, l’ampio mantello con cappuccio del Carnevale di Venezia. La sera del Venerdì grasso, nel teatro municipale si tiene il primo ballo del domino nero; le donne vi si recano sole, con maschere e guanti neri. Ad attenderle gli uomini, nel costume tradizionale chiamato tudexos.
Anche il Carnevale portoghese ha il suo fascino. Spiccano quello di Torres Vedras, ‘il Carnevale più portoghese del Portogallo’ e quello di Madeira, da dove partirono gli immigrati che portarono la tradizione del carnevale europeo in Brasile.
Il Carnevale in Sudamerica e nei Caraibi
Il barone di Rio Branco afferma che “in Brasile solo due cose sono ben organizzate: il disordine e il Carnevale”. Il cantante Caetano Veloso parla di ‘pane e Carnevale’ nell’accezione del panem et circenses imperiale. Certi esponenti del clero ritengono che “durante il Carnevale, il Diavolo è libero e nessuno risponde più delle proprie azioni”. Di certo c’è solo che il Brasile ha dato origine alla celebrazione più tipica e sfarzosa del mondo. Salvador de Bahia e Rio de Janeiro si contendono l’onore di culla del Carnevale brasiliano: la sua origine è comunque legata ad antichissime tradizioni locali.
Rio de Janeiro vanta il Carnevale per antonomasia, assieme a quello veneziano. Tutta la città si trasforma in un immenso palco, grazie alle oltre duecento scuole di ballo che rappresentano i quartieri della città e si contendono lo scettro per lo spettacolo migliore, sotto l’egida di Momo, il Re del Carnevale. Di fronte ai disagi che si avevano durante le sfilate, si eresse un luogo deputato allo svolgimento delle esibizioni: il Sambodromo, progettato nel 1984 dall’architetto Oscar Niemeyer, offre 85.000 posti a sedere.
Dei sette Carnevale nel mondo Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità Unesco, due si svolgono in America Latina. Quello di Barranquilla, città costiera della Colombia, commistiona le stratificazioni etnico-culturali della sua anima portuale e, soprattutto nella musica e nelle danze, denota il melting pot europeo, africano e creolo.
L’altro premiato è il boliviano Carnevale di Oruro, dalle origini pre-colombiane collegate al pueblo degli Uros e alla loro festa per Pachamama, la Madre Terra quechua. Dal corteo inaugurale, è tutto un susseguirsi di maschere che incarnano la perenne lotta di Bene e Male, l’orso e il condor delle mitologie locali, l’arcangelo Michele e China Supay, la lussuriosa moglie del diavolo. Lei è la protagonista del momento più spettacolare del carnevale, la diablada, la danza delle forze conflittuali dei processi cosmici.
Nastri, calypso e rum: lo spirito dei Caraibi si festeggia nel Carnevale dell’isola di Trinidad y Tobago. Come in tutta la zona, le feste sono un eccezionale esempio di sincretismo tra le culture dei diversi gruppi etnici. Il canboulay (dal creolo ‘canne bruciate’) fonde la lotta con le canne di bambù infuocate dei lavoratori delle piantagioni con le pratiche propiziatorie agrarie, i canti di lavoro (kaiso) e la satira sferzante contro i possidenti. C’è il rito J’ouvert (‘alba’) che si tiene appunto al sorgere del Lunedì grasso, in cui figuranti unti di pece e melassa, addobbati da diavolacci e mostri, si dimenano in un furore collettivo che raffigura, insieme, il nascere del cosmo dalla tenebra originaria e la liberazione degli schiavi dell’Ottocento. E a chiudere, l’insieme delle parate del Martedì grasso, con il concorso per lo Steel pan e le gare di limbo.
Il Mardì Gras negli USA e nel Quebec
Quando si parla di Mardi Gras, tutti pensano a un’unica città: New Orleans. In un Paese come gli Stati Uniti, dove il Carnevale non è particolarmente sentito, la città della Louisiana fa eccezione. I preparativi iniziano il 6 gennaio e raggiungono l’apice proprio alla mezzanotte del Martedì Grasso, quando oltre 750 mila persone si riversano per le strade, mascherate e vestite di viola, oro e verde (simboli di giustizia, potere e fede).
Il Carnevale di New Orleans risale al 1827, alla Mardi Gras Celebration, anche se c’è chi lo fa risalire addirittura al 1699, come tradizione importata dai francesi. Nel 1837 si tenne la prima Mardi Gras Parade e da allora i festeggiamenti hanno preso sempre più importanza: la gente è euforica e festeggia Bacco e Venere. In questa frenesia collettiva, sono protagoniste le krew storiche, come la Proteus, intitolata al cangiante dio sottomarino, che utilizza ancora gli stessi telai di fine ‘800 per i carri e lo Zulu Social Aid & Pleasure Club, noto per la coreografia a tema tribale africano e intitolato all’anima nera della culla del jazz. La Krew of Rex invece mantiene il suo profilo aristocratico, per l’uso di lanciare dobloni e per la scelta dei colori, immutati da quando essa sorse per dare il benvenuto al nobile pietroburghese Aleksej Aleksandrovič Romanov.
Da citare è anche il più importante festival invernale del mondo, il canadese Québec Winter Carnival, nato nel 1894 come stratagemma degli abitanti della città per reagire al rigore dell’inverno. Ogni anno Bonhomme, il pupazzo di neve mascotte della festa, inaugura, dal suo palazzo di ghiaccio nella piazza dell’Assemblea Generale, una girandola di attività a sfondo neve, tra cui gare di scultura, di canotto, di sci di fondo e di racchette, fino alle sfilate notturne in maschera.
Anche in Asia si festeggia il Carnevale?
Le Filippine contemplano celebrazioni che, sebbene non rientrino nei riti carnevaleschi, presentano forti analogie. L’edizione originale asiatica, da cui hanno tratto ispirazione le feste di Sinulog e Dinagyang, è l’Ati-Atihan festival di Kalibo, dedicato al Santo Niño de Cebú, la più antica statua cristiana dell’arcipelago raffigurante il Bambin Gesù, donata da Ferdinando Magellano a una regina indigena. Parliamo ancora di un adattamento missionario del pre-esistente animismo.
Le celebrazioni di Panaji, a Goa in India, sono un festival di luci e colori che offre uno spettacolo unico. Inizia tre giorni prima del Martedì Grasso, ma i preparativi durano diversi giorni. Tutto ciò permette la diffusione dell’atmosfera che si intensifica fino alla vigilia del carnevale. Famoso per le decine di carri allegorici e le diverse centinaia di partecipanti, l’evento è una gioia per residenti e turisti. Ogni anno viene eletto un Re del Caos, il King Momo, che presiede ai festeggiamenti.
Riemersi da questo giro del mondo viene da chiedersi: dove vado il prossimo Carnevale?