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Lo dice la parola stessa: trama, come quella delle stoffe, un incrocio di fili sottili, passati attraverso un telaio. Stretti, accavallati gli uni sugli altri fino a diventare una struttura morbida ma solida, senza sbavature. La trama di un libro è un reticolo ordinato di eventi, concatenati in modo che il loro insieme abbia un valore superiore alla somma delle parti.
Selezionare ed espandere la trama di un libro
Ogni romanzo inizia con un’idea. Una scintilla, un nucleo embrionale, una piccola ipotesi: cosa succederebbe se…? Da quell’ipotesi, lavorando per aggiunte e sottrazioni, si arriva alla storia vera e propria con le sue linee narrative. Sia la linea principale e quelle secondarie che la attraversano e la alimentano. Ma quali sono i passaggi che conducono dall’idea, dalla scintilla iniziale, alla trama compiuta?
Un primo passo è la selezione. L’idea iniziale può andare in mille direzioni diversi e prolungarsi virtualmente all’infinito. Ma affinché il romanzo sia efficace bisogna scegliere dove dirigersi, da quando partire e fino a quando arrivare. Poniamo che la domanda sia: “cosa succederebbe se un detective dell’FBI dovesse dare la caccia a un serial killer servendosi della consulenza di un altro serial killer?”. Per arrivare da questo interrogativo fino al Silenzio degli Innocenti, ci sono molte scelte da compiere. Ad esempio, se orientare la storia più sul versante psicologico o su quello poliziesco, se assumere il punto vista del serial killer in attività (che si sente braccato), o del “consulente” (che ha finalmente qualcuno con cui parlare) o del detective (che per raggiungere un obiettivo deve pagare un prezzo). Bisogna decidere chi dei protagonisti sarà uomo o donna. Se iniziare la narrazione con il primo omicidio o magari il terzo, se concluderla con la cattura dell’assassino o con nuovi colloqui fra i detective e il consulente, che a quel punto guadagna (per esempio) uno status diverso da prima. Insomma si fanno delle scelte, si eliminano delle opzioni.
Linee narrative da seguire
Solo quando i punti fermi saranno stabiliti, si può adottare il sistema opposto e procedere non più per selezione, bensì per espansione. Ideare dei comprimari, delle linee narrative secondarie che arricchiscano la storia e svelino qualcosa in più sui protagonisti. Lavorare sulle motivazioni e sui background, scegliere in quali momenti lasciarli emergere: il tutto sempre verificando che ogni aggiunta sia coerente con il tema dell’opera. Ovvero con quel “senso generale” che dall’opera deve emergere, un argomento specifico su cui l’autore vuole far convergere l’attenzione del lettore. Nel caso del nostro esempio, potrebbe essere: la necessità di scendere a compromessi per salvare delle vite. Oppure: l’impossibilità di cambiare la natura umana. O ancora: il desiderio di riscatto può portare tanto alla violenza estrema quanto al senso di giustizia.
Lo sguardo a ritroso
Una volta stabilito il punto di partenza, fissati i limiti e arricchita la narrazione, l’autore avrà sottomano una traccia abbastanza dettagliata, con tutti gli snodi e le scene più importanti. È importante a questo punto riguardare l’intero risultato del processo creativo per verificare che i vari passaggi, soprattutto quello dell’espansione, non abbiano dato luogo a incoerenze. Ogni mattone, cioè, non deve entrare in contraddizione con gli altri mattoni. Ad esempio, se del serial killer alla fine dovrà emergere un determinato movente, le informazioni che derivano dalle indagini sugli omicidi dovranno essere coerenti con quel movente. O, se alcune di quelle informazioni non sono coerenti, si dovrà chiarire che si tratta di false piste. Le quali andranno a un certo momento abbandonate, perché qualcosa emergerà a portare invece il detective sulla pista giusta.
Aggiungere personaggi, dettagli e sottotrame non deve insomma diventare una trappola che, nell’ansia di “rimpolpare” l’idea originaria, conduca a inserire elementi in collisione fra di loro, o peggio con l’idea originaria stessa. Di più: se verso la fine all’autore è venuto in mente come inserire un elemento particolarmente importante o interessante, sarà bene guardare l’intera storia a ritroso e trovare il modo di anticipare almeno qualcosa di quell’elemento all’inizio o a metà della storia. Cosicché, nel momento in cui dovrà manifestare la sua importanza, non sembri piovuto dal cielo ma anzi contribuisca all’idea di coerenza complessiva del testo.
In corso d’opera
Naturalmente, non è escluso che l’autore possa ideare nuovi elementi della trama quando ha già superato la fase della progettazione ed è passato alla stesura. Anzi: c’è chi alla progettazione non pensa nemmeno e preferisce improvvisare durante la stesura stessa. Resta il fatto che, prima o dopo, tutti gli elementi di cui abbiamo parlato (selezione, espansione, verifica) vanno affrontati e che questa operazione va fatta in un’ottica di coerenza complessiva. Così da avere la sicurezza che la trama regga e che ogni filo narrativo sia intrecciato agli altri, a vantaggio del tessuto finale.